INTOLLERANZE

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Da anni mi occupo di intolleranze alimentari. Ho cominciato dalle teorie costituzionali di Peter D’Adamo, che nei suoi studi associa ai gruppi sanguigni la sensibilità rispetto a particolari gruppi di alimenti (ad esempio, il gruppo sanguigno 0 è carnivoro e dovrebbe limitare, nella sua dieta, i latticini e il glutine).

Nella mia esperienza ho poi riscontrato che anche lo squilibrio della flora batterica intestinale, l’uso eccessivo di farmaci anti-acidi e anti-riflusso, l’inattività fisica e lo stress influenzano sensibilmente la reattività del corpo ad alcuni alimenti.

Consiglio a chi presenta sintomi di intolleranza alimentare (gonfiore, digestione lenta, mal di testa) di fare un riequilibrio della flora batterica intestinale con opportuni probiotici, e di limitare i seguenti alimenti:

  • latticini: il latte di mucca dà più facilmente intolleranza di quanto non lo faccia quello di capra o di pecora, sia per la maggiore presenza di lattosio che di caseina.
  • caffeina
  • glutine: contenuto nel grano, meno nel kamut e nel farro, assente nel riso, nella quinoa, nel grano saraceno, nel miglio. Le tecniche di coltivazione del grano utilizzate nella moderna agricoltura hanno influito molto sulla qualità di questo cereale (e di conseguenza di tutti i suoi prodotti derivati), e hanno portato a un forte aumento delle intolleranze al glutine (una sostanza contenuta nella farina, che ne aumenta la collosità).
  • solanacee: melanzane, pomodori, patate, peperoni contengono la solanina, una sostanza tossica riconoscibile nella colorazione verde di questi ortaggi.
  • lieviti: il lievito chimico, ma soprattutto il lievito di birra, possono essere molto irritanti per l’intestino e aumentare la proliferazione di miceti, come la candida. Consiglio di tostare il pane (la tostatura inattiva il lievito) o di preferire quello preparato con lievito madre, come una volta. Esso contiene molti lattobacilli che lo rendono più digeribile.

Questi alimenti, dopo essere stati eliminati per almeno un mese (fase di disintossicazione) si possono reinserire con una dieta di rotazione al massimo per una/due volte a settimana. Il ritorno all’uso quotidiano ricreerà il rallentamento e l’infiammazione intestinale.